domenica 4 novembre 2007

Bollettino Montaonda 4, with pic and english resumé



Cari tutti,
e qui e là, e su e giù, il tempo passa e per un pezzo
a Montaonda nulla s’è mosso. Ovvero, mi son mosso io:
una settimana di vacanza in Calabria (santa!) con gli
ultimi bagni incantati nello Ionio, un salto a Monaco
per lavoro, e poi avant’indrè, Milano -Toscana. Le
novità: è arrivato l’autunno ma non l’idraulico,
lunedì, diovoglia, viene a montare l’impianto, poi
subito dopo Beppe deve venire a montare i tubi e
finalmente potrò accendere il riscaldamento (a legna,
anche se la legna ancora non è arrivata). Nel
frattempo fa freddino, ma sapete che mi piace, e ci
sono tutt’attorno colori stupefacenti (lo dico ai
cittadini, che chi sta fuori lo sa cos’è l’autunno).
In fondo sono in piena terra di pittori: a Castagno
(che nella foto allegata è nascosta a sinistra in
alto, dietro l’abetina) era nato Andrea del (da cui il
villaggio divenne Castagno d’Andrea). Nella vicina
Vicchio Giotto, e qualcosa vorrà dire. Questi colori
mi ricordano che mia madre quando per i morti si
andava alternativamente nei due paesi montani dei
nonni, a Bannio o Fondra, avvicinandocisi in macchina
diceva sempre “il bosco in autunno: una tavolozza!” e
io non stavo a pensare, vedevo il bosco sentivo
l’odore e vedevo i colori, le castagne e le foglie per
terra, e che me ne fregava della tavolozza, di quel
residuo d’impressionismo - devo dire ora che viste
certe sfumature e fiammate, la luce improbabile di
certi accostamenti, l’intensità di gialli rossi verdi
e marroni, accipicchia. Giàggià (questa parolina è mia
personalissima traduzione omofonica del crucco na ja),
autunno pittoresco.
Ho portato da Milano un’altra macchinata di
cianfrusaglie, la quarta, e la casa comincia ad essere
autonoma, e per alcune cose – per esempio la sfilza
dei vocabolari e gli aggeggi musicali – più di qua che
di là.
Per la prima volta ieri alla coop di Dicomano ho fatto
una spesa vera, con burro formaggi frutta e verdura –
anche se ancora non ho il frigo, ma in fondo è davvero
necessario?
Ora mi metto davvero al lavoro, ora inizio ad abitare
davvero: e provo a immaginare giornate che passano una
dopo l’altra uguali, come i nuvoloni d’oro e di piombo
che vedo transitare davanti alla mia finestra.
Provengono dalla Romagna, da sinistra a destra, vanno
verso Campicozzoli, Firenze, il mare. Ffff, l’aria
passa, soffia, lambisce il crinale di Montaonda, e la
mia finestra diventa una guardiola di frontiera e
casamatta. In alto, sulla montagna, in due giorni
d’aria sono cadute quasi tutte le foglie dei faggi, si
vedono i tronchi quasi nudi, e al di sotto di essi si
intravede la linea del suolo.
Ora le cose che restano da affrontare sono
prevalentemente dentro, più o meno il fuori è fatto.
Forse per caso, forse per allenarmi ai rigori
dell’inverno, sto leggendo – davvero una simpatica
sincronia – un libro di Ransmayr intitolato Gli orrori
del ghiaccio e della tenebra, ricostruzione narrativa
delle folli e suicide missioni di fine ottocento,
quando scienziati e ultimi conquistatori volevano
arrivare al polo senza averne la capacità tecnica e
materiale, affrontando con le loro navi bloccate in
autunno dal pack (questa parola la ricordo dalle mie
letture d’infanzia) il lunghissimo oscuro e gelido
inverno polare. Roba da brividi, insomma. Ecco qua,
non è di certo tutto, ma come assaggio per voi mi
sembra che basti. Ecco, dimenticavo, speravo di avere
il telefono, e quindi una connessione, ma ci vorranno
credo ancora un paio di settimane. Ma tra poco, per il
prossimo weekend, la casa sarà riscaldata - due
lettucci per ospiti ci sono, chi vuole venire non
indugi.

English resumè:
One month I was not in Montaonda, had holidays and
work sessions in Milan. Now back here I discover once
again autumn is made of flashing colours and golden
clouds. Autunno pittoresco! Most of the vocabularies
and musical thigs are here now, I’m starting to work
here, trying to understand how everyday life is in
this place. In few days the house should be warm.
Come, and visit Montaonda.

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