martedì 2 aprile 2019

«Non soltanto le persone sono mortali, lo è anche il mondo in cui hanno vissuto» W. Schmidbauer




«Ma non soltanto le persone sono mortali, lo è anche il mondo in cui hanno vissuto. Talvolta questo mondo muore più velocemente di loro, e allora queste, quando vi ritornano, non si ritrovano più nel proprio posto. Da bambino avevo spesso creduto, in mezzo ai profughi di guerra e ai rimpatriati, di essere uno di loro. Ora ero ritornato a quello stato d'animo: quella che avevo creduto esser la mia Heimat era perduta».

Chi ha concluso con queste parole (che trovo estremamente attuali) il suo libro Eine Kindheit in Niederbayern, nel 1987, è Wolfgang Schmidbauer, scrittore e psicanalista tedesco, di cui sto preparando la traduzione di un altro libro, uno stupendo documento, raro e prezioso per chi come lui e me ha scelto di abitare una casa nei boschi del Mugello, Ein Haus in der Toscana, del 1989. 

Oggi che chiudo questa lettura (me l'ha consigliata lui, per meglio comprendere quanto sto traducendo), sulla sua infanzia in Bassa Baviera nel primo dopoguerra, è il 2 aprile: a Montaonda è primavera, e nel bosco vedo ovunque in bella evidenza, prima della comparsa delle foglie, i fiori della vegetazione a terra, la pelle viva e splendente del bosco ancora nudo, mentre qua e là si aprono le prime evanescenti nuvole dei ciliegi in fiore.


E questo - il pensiero scaturisce dal confronto tra il testo che ho riportato e il paesaggio che vedo fuori dalla finestra del mio studio - forse è una risposta alle parole di Schmidbauer, in fondo un altro possibile senso, mai immaginato, dei fiori che mettiamo nei cimiteri: non l'omaggio reciso, il sacrificio di Adone, ma al contrario l'offerta della bellezza che, proprio come una corolla, non è soltanto passione effimera ma nello stesso tempo è apertura e affermazione del ciclo della vita. (Mica tanto originale, lo so, ma non di meno: potente!)

Foto: Dama d'aprile – scattata il 13 marzo 2019 
(il senso della Dama in questo contesto: a voi scoprirlo - voglio solo suggerire che di solito nella boccia di vetro la neve è dentro, sopra il modellino in miniatura, mentre qui è fuori, e anche l'immagine della casa, riconoscibile dal comignolo è fuori - dentro la dama, lo zen impedirebbe di spiegarlo, invece c'è il vuoto).