lunedì 9 giugno 2014

21-22 giugno 2014 FESTA PER IL SOSTIZIO A MONTAONDA


  Grandville, Scènes de la vie privée et publique des animaux                                                                                                              

                                                                      
Finalmente, dopo quasi otto anni, mi sono deciso: si fa “Festa a Montaonda” – e anche se pure la casa nuova è da tempo inaugurata manca ancora il battesimo – molti ancora non l’hanno vista (e molti nemmeno la vecchia…). Quindi: il 21-22 giugno si festeggia, siate tutti benvenuti!

Programma. Nella mattinata di sabato si cercherà di sistemare un po’ il prato, montare tavoli e quanto può servire. Dal pomeriggio accoglieremo gli ospiti e penseremo a far festa (chi volesse portare un contributo, sotto forma di spettacolo o mercatino o altro, lo dica per tempo, cercheremo di predisporre condizioni ottimali perché tutto vada per il meglio). Speriamo che i castagni in fiore s’impegnino a profumare l’aria; la sera ci sarà un fuoco (un piccolo falò, per sconfiggere l’umidità notturna, ma senza allertare i forestali). Speriamo che ci siano le stelle, e soprattutto le amiche lucciole – le zanzare fin qui non arrivano, anzi: portatevi calze e golfino. Domenica risveglio libero, liberi colazione e pranzo con gli avanzi. Si prosegue fino a che ne avremo forza e voglia (contarcela, suonare, cantare, insomma, come usa nelle feste di campagna). Non c’è impiantito per il ballo, ma c’è il prato (niente palline palloni, freesbe e simili – dappertutto c’è il burrone che ci circonda!).

Bagni ed escursioni. Chi vuole (dietro il ponte di cemento, a sinistra, scende un sentierino) può fare il bagno nel fiume – c’è chi viene da lontano per immergersi nella pozza del Comano (io non l’ho mai fatto). Da Montaonda passa anche un sentiero molto panoramico, che in un’ora e mezza porta al passo del Muraglione. Un altro sentiero, più in piano e sempre in ombra, detto “delle quattro cascate”, ha pure scorci notevoli.  Meno vicino (pochi km in auto) c’è il Parco delle Foreste casentinesi, con il Monte Falterona (1600 m, un panettone verde e boscoso) e tutto il mondo a seguire.                                                                          

Come raggiungerci. Su Googlemap e Google Earth è indicato (la neve ora non dovrebbe esserci). Da Nord: autostrada Bo-Fi fino a Barberino di Mugello, poi Borgo S. Lorenzo, fino a Dicomano; da sud: Autostrada Roma-Fi, fino a Incisa, poi Pontassieve quindi SS67 fino a  Dicomano; di qui SS67 verso Forlì, poi a San Godenzo svoltare per Castagno d’Andrea; dopo 2 km tornante, dopo altri 50 m sulla sinistra (cartello di legno sentiero n.6) parte lo sterrato. Si supera il guado, il ponte, si risale, al bivio in curva si prosegue sulla destra, si arriva sotto un fienile, la prima casa è del vicino, seconda casa è  quella giusta. Sul retro c’è lo spazio festa. Per altri mezzi, treni, autobus e/o passaggi, chiedete.
Nota dolente (ma forse no?), a Montaonda le macchine non arrivano (solo la mia che si farà navetta a richiesta); per evitare ingorghi sconsiglio di tentare di raggiungere i 3 posti auto disseminati qua e là lungo lo sterrato. Conviene fermarsi sulla provinciale (l’asfaltata: proseguite per 200 m, in corrispondenza del bivio per Casale c’è un piazzale sterrato). Portate la pila, e preparatevi a fare 600 m di sterrato in salita/discesa, con calma ci si mette circa 10 minuti.

Graditi i contributi, soprattutto in cibo (forse meglio concordare? - vino e acqua non mancheranno), ma anche sotto forma di  ammennicoli vari, a piacimento – festoni, luminarie, pernacchie. 

Cibo e bevande. Montaonda è una casa d’impronta vegetariana – vi chiedo per cortesia di non portare cibi contenenti parti di animali. Se ci saranno grigliate saranno solo di verdure. Uova e latticini, specie se prodotti al di fuori dei circuiti dell’industria alimentare, saranno bene accetti. Portatevi il bicchiere e, se siete pratici, posate e piatti personali. No plastica, grazie.

Dormire. Spazio per tende dovrebbe essercene a sufficienza. Ovviamente chi prima arriva meglio alloggia. In casa c’è un incerto numero, apprezzabile ma limitato, di posti letto, che verranno riservati a chi più ne ha bisogno (e li richiede per tempo).  In casa si potranno poi buttare materassini e gonfiabili. Fuori stuoie, qualche lettino.

Musica. Ci saranno – si spera - tanti amici suonatori, musicisti, e canterini. Ciascuno porti il suo aggeggio sonoro (anche percussioni, ma garbate!). Faremo soltanto musica acustica, e solo dal vivo. Come se non ci fosse la corrente elettrica, insomma (ma poi naturalmente in casa c’è, e ci sono dischi di varie forme e generi). Come dire, proviamo ad adattarci noi alla campagna e non viceversa.

Non umani. La casa purtroppo non è a misura di animali (ce ne sono tantissimi attorno, ma tutti selvatici), quindi se ne portate ve li tenete vicino e preferibilmente non li fate entrare.

Altro? Chiedete, vedremo che si può fare. Ah: è una festa privata, non una pubblica baraonda. Se portate un amico, un figliolo o due, va benissimo, e insomma, tutto si può fare ma con criterio.

Cell. Luca 3898183508

domenica 27 aprile 2014

Ben venga maggio




Mi accorgo che ho saltato l'aggiornamento di marzo, e anche aprile sta per finire - quindi mi porto avanti, e già presento maggio... Ormai, forse perché è appena passato il 25 aprile (e a Fosdinovo ho ancora sentito parlare Luigi Fiori, e la Wanda, e sentito cantare le canzoni di Ivan dai carissimi Paolo Ciarchi e Claudio Cormio), mi pare di stare in trincea: gli eventi e le novità, gli impegni e i ritardi si assommano, e mi sembra che le mie povere sortite non riescano a scatenare quell’avanzata che ogni piccolo esercito – il mio esercito dei sospiri primaverili – vorrebbe portare avanti.
La battaglia per la vita avanza su molti fronti, ogni tanto m’impegno in qualche sacaramuccia, qualcosa si risolve altro no. Eppure sono qui che cerco di cambiare le tattiche, di reagire a quello che non succede e a quello che succede, all’avanzata del nemico – nemici che sono tanti, e non intendo persone quanto alleanze ineluttabili di ombre. Faccio, disfo, ogni tanto tiro il fiato. Penso elaboro strategie, me le rimangio, esploro. Ogni tanto scoppia qualche bomba, ogni tanto tiro una granata, impaurito dal timore che mi scoppi tra le mani, faccia danni (e ne faccio); a volte conquisto qualche palmo di terreno, a volte ne perdo. La mia liberazione resta ancora là, non lontana, ma nemmeno vicina, come la linea gotica che passava proprio sopra Montaonda (anche la mia casa l'han bruciata i nazifascisti in ritirata, la zona pullulava di partigiani - e il Giuli l'ha ricostruita, da sé, nel '49, prima di venderla al Bolletta, che l'ha venduta a me). La vita in trincea è dura, anche se ora il fango invernale si è asciugato, anche se torna il conforto (e impegno) della vita tutt'attorno (fatta anche di ragni - come la “nebbia dorata” che ho trovato l’altra sera sulla salvia, brulicante e sospesa su fili invisibili), della bella livrea dell’upupa, che viene a becchettare curiosa fin sulla soglia di casa (a rischio della propria vita, visto che si aggira per ogni dove la divisione famelica dei gatti grigi - la foto è dalla finestra della cucina). 



La strada è stata riparata, con buona soddisfazione dei partecipanti (anche il sottoscritto ha piantato attivamente pali con una certa lena), impiegando materiali e macchine (nella foto il collaudo a opera finita). Ora si vede un po', se si riesce finalmente a riattivare il consorzio per sistemare anche le parti in cemento, e portare quei lavori di manutenzione necessari per farla tornare in forma. Ci sono naturalmente un sacco di altri lavori attorno e dentro casa: passare il decespugliatore, sfoltire i sambuchi, arginare l'ailanto e tutto il resto che fa parte della normalità della campagna. Pensare a finire di arredare (tutto recupero) e rendere accogliente Mo2, casa nuova.



E poi, un’altra grande novità di queste settimane, finalmente, insieme a Paolo ed Elisa, all’eremo (un grande paradiso abbastanza vicino), abbiamo sistemato quattro arnie di api. Quattro famiglie, un piccolo investimento per cominciare timidamente a studiare e seguire non solo sulla carta i nobili insetti, che ormai regolano e dominano buona parte della mia vita. Per me, che cerco di essere antispecista e non ho mai “avuto” animali (in età adulta), l’impressione è da un lato quella di diventare un po’ padre, dall’altro l’imbarazzo di sentirmi padreterno, perché loro sono piccoline e le si maneggia, intervenendo e predisponendo la loro sorte ( si vorrebbe aiutarle, e sottrarre solo il surplus della produzione). Responsabilità e apprensione, per fortuna condivise con due amici (le arnie sono quei quattro puntini in fila sulla destra del grande ciliegio secolare, sotto l'edificio dell'eremo). 



Sono anche in piena attività di suonatore (se la mia pratica di musicista popolare può meritare tale menzione), tra festa di Piadena (cfr. Lega della Cultura Popolare di Piadena), Fosdinovo (Fino al cuore della Rivolta) e Primo Maggio (Istituto Ernesto De Martino). Ho ritrovato l’amicizia con il mio vecchio gruppo, i Suonatori Terra Terra, e ora mi sto preparando al maggio con i Maggiaioli di San Godenzo (il 30 aprile, appuntamento per le vie del paese). Ogni tanto mollo il mandolino e suonicchio la chitarra da solo, e  tratti vorrei farlo di più (e poi imbracciare di nuovo il sax, il clarino, la fisa, ma come fare, tanto più che non li so suonare!).
Insomma, dati alcuni sommovimenti della vita privata, mi sento sempre più legato, quasi imprigionato in questa dura terra toscana; la cosa mi alletta, mi attira e seduce, ma fa un po’ paura. La strada è questa, come che sia, guardare alle origini, alle radici da cui provengo, dal basso. Vedremo dove mi porta...

domenica 23 febbraio 2014

E chi l'ha visto l'inverno?



Qui nessuno. Dicono che forse deve ancora arrivare. Ci siamo consumati con la pioggia (anzi, si è consumata la strada di casa, tanto che ha iniziato a franare, come da foto di chiusura). Intanto stanno già fiorendo da tempo narcisi primule e violette, mancano solo le api, il sole quando c'è si fa sentire. Epperò guardate cosa fiorisce sulle mie finestre: funghi! Accanto alle piante grasse! E sul pratino davanti casa il muschio, bello lungo e ramarrino, la fa da padrone. Tra un po' mi trasformerò in una salamandra, se va avanti così.


Questo è un banalissimo aggiornamento in fretta e furia, per dire che ci sono ancora, che sto preparando un libro nuovo (il terzo di Padre Adam, Alla ricerca delle migliori varietà di api) per la fiera delle api di Piacenza (il secondo we di marzo), che vorrei fare tanto altro ma non ci riesco molto. Ricaduta nel pragmatismo, è un po' così a Montaonda, la realtà pretende adesione, come la strada e il terreno costante cura e manutenzione.
In tutto questo sto finendo anche di sistemare la cucina della casina nuova (e progettando entro un mesetto di trasferirmici), ora basta chiamare l'idraulico per fare l'attacco del gas; come si vede lo stile è composito, secondo i migliori dettami dell'architettura d'interni più attuale, con ampio riuso di mobiletti precedenti e materiali agro-silvestri (lavandino in graniglia e montanti di castagno, tutto arrangiato in maniera spero alla fine gradevole (il frigo vedrò di trasformarlo un po', magari lo bombardo di crateri e sfrisi con mazza e scalpello - e sopra vorrei costruire una piattaia toscana, ho già disegno e misure puntati sopra la scrivania da un tre o quattro anni).


I progetti (di lavoro e non - ho scritto un pezzo sul roadkill che uscirà su Liberazioni di aprile, e vorrei proseguire i miei studi antispecisti) sono tanti e crescono, questo fa molto piacere, ma non crescono le finanze, e questa stagnazione taglia il fiato. Ce l'ho corto, e non riesco bene a prevedere più in là di un paio di mesi. Le spese sembrano infinite! Vorrei anche riuscire a fare qualche presentazione di Arrampicare gli alberi (dico, almeno una, vista la fatica che mi è costato - compresa quella degli intervistati e consulenti vari), ma non è facile come credevo. Sembra che non siano tutti lì a strapparsi i capelli per averlo (almeno, se lo fanno lo fanno in silenzio). Eppure è un libro bellissimo, questo lo dicono tutti, a cominciare dalla geniale (per citare Musil) copertina.
Come scriveva il mio amato Edlef Koeppen su tutta la volta stellata del cielo (è lì che guardo, come faceva lui quando la sua guerra stava per finire, interrogandomi sul futuro) domina un grande punto di domanda. Un po' oppressivo, devo dire. Comunque, secondo il mio personale sentire, l'inverno è in dirittura d'arrivo, se smette anche di piovere forse tutto riprenderà il suo corso, e i fiumi, invece di allagare le campagne, arriveranno al mare. Altrimenti, come si dice elegantemente qui in Toscana, lo prenderemo ancora in tasca.
Saluti a tutti!


p.s.
In questo intervallo di silenzio il blog ha superato le 10.000 visite. Non male, chi l'avrebbe detto. Grazie a tutti. Ora medito un po' quali pubblicità inserire, auto Land Rover, libri Amazon, motoseghe Stihl? Ahahah