venerdì 16 settembre 2016

Brumania: qui si generano le nuvole (Intervallo)


Ieri e stamattina ha piovuto, per la prima volta in maniera consistente, a terminare l'estate. C'erano ancora 30 gradi, oggi di meno (ma non so bene, sono inchiodato dal lavoro al computer e le foto le ho scattate dalla finestra).
Tutto procede, come sempre troppo impegnato rispetto al mio progetto originario (vivere in contemplazione?) - la messa online del nuovo sito e il lancio del nuovo libro (link qui), dell'amico apicoltore Paolo Faccioli, che mi sta particolarmente a cuore perché coniuga due aspetti (tra i tanti) non facilmente conciliabili della mia vita, il rispetto per gli altri esseri viventi e l'apicoltura, che si basa comunque sul prelievo del lavoro altrui (ma di questo parla appunto il libro).
Brumei, potrebbe anche essere il nuovo nome orientalizzante di Montaonda. Dall'arsura di un'estate arida e bollente ecco che si precipita verso gli umidori dell'inverno. Hainoi, è come cercare di cavalcare i cavalloni marini... Ho ancora nella pelle la sensazione degli ultimi bagni nel mio lago preferito, tra le Alpi, e qui bisogna ancora finire di pulire le gronde, decespugliare, tagliare la legna (la motosega è in clinica). Ieri ho acceso il caminetto, e ogni giorno mangiamo gli ultimi spettacolari pomodori degli amici, gli abbondanti e spericolati fichi Settembrini (mauiscola in onore a Thomas Mann e Lukacs, naturalmente).

Siamo qui, nel mezzo, alla finestra, tra cipresso verde (ieri era marrone, d'ora in poi lo chiamerò ramaleonte) e nuvole, un metaxù molto amato ma piombato un po' tra capo e collo, a inventare questo intermezzo tra un post e l'altro, tra un libro e l'altro (una giornata, un mese, un anno e tutti gli altri).


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