venerdì 2 gennaio 2009

Bollettino 15: I buoni propositi


Eccomi tornato a Montaonda, sono partito ieri mattina da Milano, in macchina, attraversando la pianura innevata e sbucando tra le ultime nuvole del Mugello. Arrivando a casa ho trovato gli ultimi brandelli di neve nel prato, tutto un po’ fradicio, e due ragazzi davanti all’uscio. E da dove venite voi, gli ho chiesto, da Rimini, hanno risposto, ah, ecco sono amici di Felice (Feliz?), la figlia di Ueli, hanno fatto qui il capodanno.
Ho scaricato le 4 cose che avevo, acceso stufa e camino, in casa di sopra c’erano 5 gradi, sotto credo un paio di meno. Uff, la sera minestrina, finalmente tiro il fiato. Sono tornato dopo quasi un mese, credo di essere partito il 7 dicembre, chi lo ricorda più, nel frattempo ho fatto una sessione di lavoro, poi sono stato in Albania, tornato per le feste, e ho chiuso un anno abbastanza particolare.
La cosa più rilevante, inutile negarlo, è che non sono più solo. Proprio mentre il mio progetto di calma e pacata solitudine prendeva corpo, ho trovato una compagna. Non, come mi è capitato più volte negli ultimi anni, un innamoramento, un tentativo, no. Quell’altro. Parlo del sentire, ovviamente, che contratti per il futuro non se ne sono fatti. Ma c’è una volontà, forte (e un guadagno immensurabile!). Insomma, una forza di trasformazione, nei momenti di euforia parlo di rivoluzione, essì.
E dunque mi sono mosso da qui, sono sceso a valle, ho preso il vapore celeste per l’Albania, ho chiuso la porta di casa lasciando (quasi) tutto così com’era. E ora che sono tornato, ritrovo tutto tale e quale, anzi con in più un po’ bel po’ di altra roba raccolta per strada, che mi sono portato dietro (perché Montaonda è casa, base, laboratorio e magazzino): il cappellino di lana bianco dei pastori albanesi, quadernetti (uno strepitoso polacco ancora socialista l’ho estorto ad Alessandra il 31 sera), una tovaglia, molte foto e molto altro, molto dentro. Ora, mentre la casa si scalda, inizio a cercare una sistemazione a tutto, a pensare dove costruire nuovi scaffali, in casa ma anche dentro di me.
A proposito di scaffali: a Milano nei due giorni scorsi ho creato il blog montaonda e ci ho caricato gli arretrati del bollettino. Anche questa una novità, un desiderio di pubblicazione, non nel senso di commercio ma nel senso di accesso, di aprire una scrittura che era nata come semiprivata. Perché no, in fondo? Si può anche smettere di essere scorbutici. Altri segnali, altre contiguità? Ho comprato un’agendina, cosa che non facevo più da anni, e aggiornerò anche la rubrica… ecco che a san Silvestro Susanna mi ha regalato l’agenda vegetariana (nessuno mi aveva mai regalato un’agenda – coincidenze, no?).
Vado a dormire con la boule (molto meglio dello scaldasonno) e dormo coi mutandoni e la maglia di lana, in camera ci sono 11 gradi. Oggi conto di arrivare a 15-6, e domani saremo a regime... Che bello dormire al freddo, che bello indugiare sotto il piumino. Mi alzo alle 9, mentre il sole sorge dietro il Falterona!
Ieri chiacchierando al telefono, mi sono accorto che chiedevo agli altri quali erano i loro propositi per l’anno nuovo. Perché sì, mi sono persuaso che si debba iniziare l’anno con dei propositi, porsi degli obiettivi, dei traguardi, per quanto piccoli, sfide su cui impegnarsi. Una bella occasione, no? Che altrimenti il tempo passa, e trascorre la nostra vita, stiamo sulla sponda del fiume e la vediamo passare. Come quei bagnanti che dal ponte della ferrovia sul verde Rodano, a Ginevra, ho visto quest’estate, trascinati via a gran velocità - inizialmente mi ero spaventato, credevo che fossero stati rapiti e venissero trascinati chissà dove, poi ho capito, visto il numero e il loro atteggimento beato, mi hanno confermato che è un gioco che fanno lì (lo ha fatto anche Chiara, altra coincidenza, quando abitava lì!). Dicevo: guardare la propria vita portata via dalla corrente e restare senza far niente - poi chi s’è visto s’è visto.
No, io ho deciso per la rivoluzione permanente (visto che poi la rivoluzione fuori non si può proprio fare, facciamo quella dentro, la rivoluzione interna, non sarò mica il primo a dirlo, no?).
Io di progetti, mi conoscete, ne ho anche troppi: sistemare il tetto e l’appartamento sul retro, piantumare alberi da frutta, potare gli ulivi, ripulire l’aia e sistemare la scarpata ovest, aprire un ristorante vegetariano nel carnivorissimo Mugello, un germoglificio, una radio, una casa editrice on-demand, una convivenza (dove che sia), e poi suonare, scrivere, camminare, tradurre e mille altre cose che vi lascio immaginare. Un po’ troppo, come sempre: dovrò fare due conti, valutare finanze ed energie e stabilire priorità. La prima, andando per ordine, è scrivere questo bollettino. Non per furbizia, perché “el custa gnient”, ma perché l’ultimo bollettino di Montaonda l’ho inviato il 9 settembre, poi è partita la serie straordinaria dell’Albania. Sento arrivata l’ora di ripigliare il mio, anche perché in questi tre mesi non è che tutto quello che è successo possa andare sotto la voce “Albania”. Anzi, tutto il contrario, l’Albania è un capitolo di Montaonda. che si espande e dilaga nel mondo, über Alles. Cos’è successo qui? Ho finalmente la cucina montata, con fornelli e gas funzionanti (anche se il montaggio di alcuni elementi è solo provvisorio, altre decisioni d’arredamento devono ancora essere prese). Per dirne una. Dunque: mai più smettere di guardare avanti, mai più smettere di cambiare. Cum ratio, come si diceva, senza affanni. Che devo anche leggere, respirare, meditare, oziare e dormire. Uff, mi fa già fatica. Nel pomeriggio prenderò la motosega e mi metterò tagliar la legna, che siamo agli sgoccioli, e visto che non piove ne profitto, poi andare giù fino a Dicomano alla “hoppe” (Coop) a fare un po’ di spesa. Taglio per me, ma non soltanto. Faccio scorte di calduccio, urbi et orbi, altro che la benedizione del papa, e chi vuole goderne ne godrà. Com’è lontano, ora, il Thomas Bernhard di “A colpi d’ascia”!
E questa è fatta. E ora, buoni propositi a tutti voi!

10 commenti:

  1. Caro Luca.
    Hai scritto un pensiero molto bello, riguardo alla rivoluzione interiore, chiamiamola "in-revolution", e forse per questo siamo il peggiore dei paesi capitalisti: sono troppo poche le persone che correggono se stesse, e al contratio troppi coloro che non mettono ordine dentro, che continuano a proiettare sugli altri, sulla società, quel che hanno dentro, cercando di cambiare gli altri (perfino uccidendoli fisicamente) e non accorgendosi di essere la sorgente di quel fuori. Forse l'unica rivoluzione non assassina è quella interiore. Una delle proibizioni nei paesi comunisti che più mi ha scioccato è stata quella della psicanalisi, mentre quella che più mi ha scioccato tra le proibizioni americane è stata il comunismo.
    Stefano Marcelli

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  2. grazie Stefano,
    per la in-rivoluzione io avevo preso spunto da un termine per germanisti, "la migrazione interiore", quella dei tedeschi non nazi che nel dodicennio nero non abbandonarono la patria, rifugiandosi in località tipo Montaonda (si coglie l'analogia?!). Ma allora, tornando a quanto dici, forse la società fa schifo perché noi facciamo schifo? O almeno diciamo così, perché non abbiamo la forza di dire che noi ci facciamo schifo? E cerchiamo di cambiare gli altri perché non siamo capaci di cambiare noi stessi? Be', certo cercare di migliorarsi fa stare meglio che cercare di migliorare gli altri, su questo no c'è dubbio, ma che serva a migliorare la società, ahimé... Quanto alla rivoluzione interiore non assassina, non saprei, pensa quanta gente si suicida - in un modo o nell'altro. Ed anche morire, da quel punto di vista, può essere considerato un cambiamento...rivoluzionario, no? (non da me però)
    l.

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  3. io sono in stato di esilio interno dal mio paese, siamo vicini no?
    ciao, marina

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  4. Ma che cavolo di bollettino è mai il tuo se non lo tieni aggiornato? Che ne è della rivoluzione non assassina? Come procede??? Insomma prendi un poco la tastierina e digita!

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  5. Sono arrivato a Montaonda "per caso", ma mi trovo bene. E' accogliente, c'è aria buona. C'è poca confusione e questo mi piace; intuisco che c'è un po' di confusione interiore, ma mi sembra creativa e anche questo mi piace.
    Beh, vediamo che succederà qui. Sono proprio curioso.
    Giorgio, portato dal caso.

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  6. Chiara, eh, montaonda non è mica una piazza virtuale. Qui si sonnecchia, si ascolta il vento e la pioggia. Si è impegnati a tagliar legna e caricare la stufa. I bollettini sono degli estratti, dei concentrati, il dibattito no, non l'avevo previsto. Vedremo, magari tra un po' poi decolla anche questo...
    La rivoluzione avanza lentamente, senza fretta, come l'acqua di falda, come il disgelo che impregna la strada, i tronchi e il resto. Proprio per te: oggi ho visto che spuntano narcisi e giaggioli. La primavera è vicina, vedi?
    l.

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  7. Grazie Giorgio, qui succedono poche cose, non è un blog di grande scambio (non per ora almeno): un post al mese, credo, come facevo prima quando inviavo i bollettini come mail ai miei amici. Certo le giornate sono piene di cose, ma molte possono anche passare senza lasciare traccia, quello che conta è il cammino... Se vuoi restare ben volentieri... prenditi tempo e guarda passare le stagioni...
    ah, sono andato a vedere il tuo blog. Interessante, tematicamente siamo affini. Ma cosa intendi quando parli di mia confusione interiore? Tranquillo, parla pure, non ti mordo.
    l.
    l.

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  8. hai vinto il premio per il blog più pigro della blogosfera!
    complimenti, marina

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  9. Provo a farti un esempio. Pensa di arrivare in un posto dove ci sono bambini che giocano a rincorrersi, altri che disegnano, altri che discutono animatamente tra loro sulla differenza tra lucertole e ramarri, alcuni adulti indaffarati a portare in giro pentoloni per cuocere il pasto per tutti, altri che aggiustano il tetto della casa, altri che leggono tranquillamente sdraiati al sole, altri che chiacchierano animatamente di politica e società, uno che spacca la legna per il camino, un uomo e una donna che si abbracciano con tenerezza, un signore anziano seduto su una sedia di vimini col cappello di paglia in testa che guarda tranquillo i monti, ecc.ecc.
    Ecco, credo che la tua interiorità sia più o meno così. Sbaglio?

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  10. grazie Giorgio, sìsì, certo, la mia interiorità è così, come non riconoscerla, uno solo e una moltitudine, viene da dire. La cosa mi piace, forse perché non ci vedo confusione, forse perché queste cose non avvengono tutte contemporaneamente, e non mi pare che si contraddicano l'una con l'altra: questa sì sarebbe una cosa preoccupante...

    Marina, ach, fatico a trovare parole che esprimano la mia soddisfazione. Un premio così importante! E così presto, e senza fare alcuna fatica! Grazie, grazie di cuore! ;-))))

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