lunedì 4 febbraio 2008

Bollettino Montaonda n.7


Eccomi qui, con il solito ritardo. È stato un inizio
d’anno pieno di lavoro, anche qui a Montaonda,
nonostante l’acqua e le nebbie, con rari sprazzi di
sole. Le novità: Patrick ha abbattuto il muro della
stanza verde, ovvero: ha disintonacato lo sgabuzzino
sopra la scala, ha dato la ricciola (cemento?) sulle
pietre nude, poi l’intonaco e infine il velo, quindi
ha demolito la parete e scavato le scatole e tracce
elettriche nei muri. Ha tolto il cantiere mercoledì,
sabato è venuto Papero, vecchio amico della casa che
fa anche l’elettricista, e ha tirato i fili, abbiamo
discusso dove e come, non è stato facile. Io
materialmente di tutti questi lavori non ho fatto
proprio nulla, nei giorni cruciali ero a Milano, e poi
quella polvere fine mi dà un fastidio! Domani (scrivo
domenica sera) verrà Papero a chiudere le cassette e
tirare gli ultimi fili rimasti, poi chiuderemo tutto e
potrò iniziare a pulire il nuovo spazio (ecco, a me
tocca fare le pulizie). La casa è stata piena di
calcina e polvere (dappertutto!). Ora c’è odore di
cemento fresco, fa un po’ umido, se ci fosse il sole
sarebbe certamente più gradevole, ma vabbe’. Pulendo
comincerò a pensare come arredare e dipingere le
pareti. Ma con calma, come sempre. Dovrò grattare le
tracce di cemento sulle travi del soffitto. Le
meditazioni questa volta ve le risparmio, ci sono,
naturalmente, ma ho troppe altre cose per la testa,
perdonate, aspettate. Nel frattempo ho ormai portato
qui quasi tutti i dischi e i cd, lo stereo, una metà
scarsa dei libri. Anche fuori casa i lavori procedono:
Paolo e Francesco, due campicozzolini-giardinieri sono
venuti a pulire un po’ di rovi e pruni, dal pendio
informe e impenetrabile sono venute fuori tre
terrazze, anche se i muretti sono in parte crollati e
bisognerebbe rifarli. Andranno avanti appena il tempo
lo permetterà, l’obbiettivo è pulire tutto il lato
sotto casa e tirare fuori gli ulivi. Anche qui faccio
poco, ci vogliono dei professionisti se voglio dare
una svolta. Oggi ho anche svuotato un paio di cassetti
di carte, roba della fine degli anni ’90, progetti di
siti, portali, corsi interattivi, un po’ ho buttato un
po’ ho tenuto, così, per affetto. Anche tra i libri,
che nel trasporto si sono mischiati come un mazzo di
carte, cerco di ritrovare un ordine, una suddivisione
per temi, filoni, ambienti… oggi mi sono anche
concesso il lusso di suonare un po’ il sax nello
spazio vuoto, una specie di consacrazione acustica, e
devo dire che la casa risuonava in maniera
impressionante. È bello quando ci sono spazi più ampi
di una stanza, il suono prende riverberi lunghi e
suggestivi… Ah, ricordate salamah, il mostriciattolo?
Ho scoperto che si chiama salamandrina terdigitata…

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