martedì 14 maggio 2013

I dolci frutti della primavera

Ci sono frutti che maturano tardi, altri che hanno bisogno di stare a lungo nascosti in cantina, addirittura seppelliti nella sabbia, prima di trasformare i loro aspri succhi in polpe zuccherine.
Spostando questo discorso alle persone, io propendo a credere che sia un vizio della mia generazione, anzi, proprio del mio anno, e spero che prima o poi toccherà pure a me, di profondere questo miele estratto dalla vita. Oggi però mi sembra il turno del mio vicino di casa Toni, è un musicista piuttosto conosciuto, anche perché è stato uno dei pionieri del reggae italiano.
Che vuol dire, e perché ne parlo qui? La scusa è che Montaonda grazie a lui sta entrando nel mondo dei video musicali, ovvero, per dirla in maniera meno autocelebrativa, Toni ha girato un video nei dintorni di casa (sua), per lanciare il nuovo disco (mi auguro lo vedranno e ascolteranno i patiti del reggae di tutto il mondo, fino in Kamchatka). Il disco è senza dubbio bello, e se andate su fb, in visita a “toni moretto”, trovate un link per ascoltarlo. Che è bello lo dico convinto e in tutta tranquillità: perché dischi ne ho ascoltati e ne ho visti fare, e perché non direi bugie solo per far piacere a un amico.

E quindi eccoci, volevo provare a ricamare un po’, se mi riusciva d’intessere una ghirlanda di parole per salutare la sua lunga fatica, e offrirgli così, nel mio piccolo, un con-tributo molto nel mio stile…  Mi spiego: ho rubato alcune immagini al suo video ancora inedito (ce l’ho perché lui ha dovuto farlo mandare a me, e venire qui a vederlo perché ha il computer infetto), l’ho scaricato e visto, e quindi ora posso appunto presentarvene alcune immagini  rubate, rubate addirittura prima che le vedesse lui… e raccontarvi il filmato in anteprima.

La storia è semplice. Si vede questa ragazza in riva al lago (il laghetto è sotto casa di Toni e lo vedo pure io dalla mia) e, se come ci indicano Jung e Hillman la donna è il simbolo dell’anima (io insisto sempre su questo punto, mi ci sono incistato, come Dante e tanti altri), si può dire che il quadro nell’insieme è un’immagine di malinconia (sempre Jung, ci siete?), forse perché distante da “casa”, forse perché sola, forse perché il libro che legge non le dà alcuna risposta, forse perché, anche se c’è un po’ di sole, la primavera ancora non arriva…



...(è inutile cliccare sulla freccina, è solo una foto della schermata)...

…Si vede poi Toni, in una posizione strana, sopra una rupe, in un bosco, che si agita e canta, sembra una specie di folletto, con un bastone in mano, quasi una bacchetta,  un po’ un grillo musicale, uno spirito dei boschi, e pare che la inciti e dica “su, dài, Anima! Guarda in che bel posto sei, alza le chiappe, muoviti, va’ incontro alla vita”…
 



… e infatti lei si alza, e inizia a camminare, anche se certo non sorride, diciamo pure che pare intorpidita (mah, potrebbe essere lei la Primavera?), cammina e dal lago prende la strada che viene verso Montaonda (voi non lo sapete ma è proprio così), passa il ponticino di legno del guado – ma in mezzo, intanto, ci sono tante immagini di Toni che continua a suonare, e quando arriva il ritornello si vede anche un altro posto, dove ci sono altre ragazze, e ragazzi, e anche gente più grande – gli amici di Toni: perché è a casa sua, c’è una specie di festa, sembra tutta gente piuttosto normale (con la bellezza della gioventù certo), come potremmo essere tutti, ma sorridente, con l’onda di una musica che dice qualcosa, e parla di sole (nel primo ritornello compare una bella bambina, ma proprio bella, con un sole scintillante attorno,  anche se pure gli altri mi sembrano tutti belli), e Toni che salta e si agita, suona strumenti, quasi facesse un qualche rito stregonesco, un marabutto africano, uno sciamano dell’Appennino, per svegliare quest’Anima malinconica…





…Insomma Anima arriva fino al secondo ponte (quello di cemento, dal filmato non sembra ma è alto, un ponte quasi da paura (affacciatevi con cautela sul canyon del fiume sotto, perché la sponda è bassa e il salto saranno quasi venti metri), e non so cosa le passi per la testa, sembra proprio svogliata – sminchiata… poi si gira, si fissa…




… in mezzo al ponte a guardare la rupe di fronte (qui il regista ha seppiato l’immagine e ha fatto bene, e anch’io questa rupe, che vedo tutti i giorni quando vado via da casa, l’ho fotografata al meglio in bianco e nero. Vista così non spicca tantissimo, ma vi giuro, potrebbe davvero essere la rupe dell’impiccato, sopra c’è un alberino torto e secco che nelle giornate cupe fa una discreta impressione…)
Qui mi soffermo, perché si ferma pure lei, Anima. È arrivata a metà strada tra casa di Toni e casa mia, qui succede qualcosa, nella contemplazione del baratro, del sublime direbbe Kant,  è il momento dell’agnizione, ma anche il punto più basso del sentiero,  di qui può solo sprofondare o risalire, in termini più terreni sembrerebbe che il messaggio, la musica di Toni, le sia arrivata (a noi invece arriva il leone che Anima ha tatuato dietro, sotto il collo: sarà vero, sarà una simbologia aggiunta ad hoc?). Ora ecco che Anima torna indietro. Cammina decisa, sembra sappia dove andare, risale dal lago e arriva da loro, dove stanno gli altri, alla festa: le si fanno incontro ad accoglierla due ragazze (sono tre, sempre tre? Le ninfe, le dee di Paride…) insomma, si ricompone una triade, lei sorride (anche se un po’ mesta – va detto comunque che sono tutte e tre molto spontanee, si vede che non stanno proprio recitando, non sono professioniste, e questo è bello, sappiamo apprezzarlo no?), e poi vanno a unirsi alla festa.




Ecco, il fotoromanzo del video è questo.
Nell’ultima foto qui sopra (che non è il finale del video) si vede sulla ds in alto Montaonda, il ponte e il lago invece restano sotto, ormai invisibili (brrr). Vi dirò, fa un po’ impressione vedere la propria casa in un fotogramma del cinema. E mentre guardo la mia casa che Anima non ha raggiunto (anzi, si potrebbe dire che le volta le spalle) mi viene un dubbio: se non ci fosse stato Toni, Anima sarebbe arrivata da me, e saremmo vissuti felici e contenti (siamo sempre su un livello simbolico)? O si sarebbe buttata nel fiume? Io sono Hades (l’invisibile!), lei è Marinella/Persefone (sei mesi di qua, sei di là)?
Ahah, scherzo. Anima avrebbe potuto prendere l’altra strada al bivio, e andare da Paolo, oppure proseguire per chissà dove. E poi è tutta una finzione, non dimentichiamolo.
Ma comunque: niente affatto, anche perché io a casa non c’ero, e se anche non appaio ero proprio lì, alla festa a casa di Toni, seduto sul prato. Quando Anima si va a sedere di fianco a lui, sono nascosto proprio dietro a Toni che suona: chi c’era può testimoniarlo.
Per concludere, un’ultima osservazione, per chi non ci conosce: Anima è giovane, la bimba di cui ho parlato è addirittura una bimba (la figlia di Jaka, per chi lo conosce), Toni, si vede, ha qualche annetto in più (ma sempre qualche mese meno di me!), anche le ragazze sono giovani. Ebbene, voilà, due di quelle bellezze che si vedono nella festa sono le figlie di Toni! E tutte queste altre belle ragazze sono le amiche delle figlie di Toni, o le figlie dei suoi amici. Questo mi premeva spiegarlo, per dire che le ragazze non sono qui presenti per lanciare – ma proprio per nulla! - un messaggio seduttivo sessuale (almeno: io la vedo così dalla mia prospettiva, diciamo ziesca, poi è chiaro che un altro ha tutti i diritti di vedere le cose diversamente), ma soprattutto ci sono proprio per essere se stesse, e anche questa coincidenza della Primavera, vorrà pur dire qualcosa! E le danze di Toni, che di primavere ne ha viste assai, è una danza d’invito – quella di una figura – lo dico e lo nego! – che potrebbe essere paterna, insomma non il solito maschio con in testa solo quello. E anche i maschi presenti, hanno tutti un viso rilassato, sorridente, sembrano in pace col mondo (ma quando mai succede? solo a casa di Toni?!). Cosa simpatica, no?
Da queste foto mi colpisce anche l'effetto straniante su un paesaggio per me quotidiano della presenza di Anima - che non è del posto si vede -  e del grande formato. Ma aggiungo ancora che per me c’è una buona corrispondenza estetica tra luogo, video e musica di Toni, che è una delle poche cose tra quelle che oggi ho sott'occhio che potrei chiamare genuinamente “positiva” e “carica”. Il video mi sembra riuscito (ad altri poi chissà come sembrerà). E so anche come tutta questa solarità musicale sia una conquista sudata, non un regalo piovuto dal cielo (capiranno i musicisti).
Tutto questo a Toni non gliel’ho chiesto né sottoposto, né lo farò – resta a mia totale responsabilità. Carico subito il post sul blog e spero non gli dispiaccia, e mi limito a salutare gli amici che c’erano (insieme alle due mamme – forse anche più di due, non ricordo? - nel video ben mimetizzate tra le loro figliole…) e poi massì, anche quelli che non c’erano: saluti a tutti, da Montaonda!

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